La scomparsa di Maria Narra, per noi immersi nella quotidianità di tutti i giorni, sembra, al di là della ristretta cerchia familiare, una notizia tra tante.
D’altronde, il venir meno è una prassi a cui tutti prima o poi dobbiamo confrontarci.
Tuttavia, ci sono persone che, per un curioso caso della vita, diventano protagoniste di eventi che segnano alcuni passaggi storici, tanto da essere oggetto di studio in alcune discipline accademiche. Maria Narra è una di queste.
Maria Narra è stata oggetto di studio, ed è ancora oggetto di studio, se non individualmente, almeno in gruppo, probabilmente in luoghi e contesti a noi sconosciuti. Maria Narra è stata una formidabile cantatrice di canti di tradizione popolare.
Le registrazioni da lei lasciate, fissate su nastro magnetico, saranno il DNA del nostro passato. Grazie a lei, un domani, potremo ricostruire quel mondo di soli cento anni fa, senza TV, senza telefoni cellulari, senza social. Grazie a lei, potremo riascoltare serenate, stornelli, canti di lavoro e a dispetto. Maria Narra sarà ricordata, probabilmente, molto più oltre Montecalvo Irpino. Il suo nome e i suoi canti sono nei più importanti archivi etnomusicologici italiani [1] e mondiali [2].
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Questo opuscolo ha lo scopo di tramandare le ricette di piatti antichi, al fine di tenere viva la tradizione di Montecalvo Irpino in Provincia di Avellino, paese adagiato sulle colline dell’Irpinia che si affaccia sulla Valle del fiume Miscano.La pubblicazione, oltre a dare precise indicazioni circa il quantitativo degli ingredienti e le modalità di cottura di ogni piatto, dà preziosi suggerimenti sulla qualità degli stessi ingredienti attraverso l’esperienza di Guido Altieri acquisita negli anni mediante un proprio particolarissimo modo di ricercare il meglio tra i tantissimi prodotti di cucina presenti sul mercato.La sua conoscenza storica rappresenta un momento altamente qualificante per il recupero documentario del patrimonio culturale montecalvese.Da queste considerazioni è nata l’idea del presente opuscolo dalla piacevole lettura, suddiviso in capitoli di facile consultazione.Ci proponiamo di dare testimonianza dei nostro passato in quanto responsabili continuatori, ma anche qualificati e coscienti protagonisti della nostra storia.
Liliana Monaco Segretaria Pro Loco Montecalvo Irpino
Emergenza nel centro storico.
Questo il grido d’allarme lanciato dal parroco Don Teodoro Rapuano durante le messe domenicali.
Ad alimentare le preoccupazioni del prelato le condizioni delle strade del centro antico dopo l’apertura di una voragine in prossimità della Chiesa Madre. “L’apertura della voragine, che è un fenomeno preoccupante per l’incolumità dei cittadini, è solo l’ultimo episodio. Se si fosse aperta due ore dopo, quando la strada è percorsa dai fedeli, ci sarebbero stati dei feriti – spiega Don Rapuano – Ma la situazione è preoccupante per lo stato in cui versa tutto il quartiere. La pulizia dei vicoli non viene mai effettuata e manca l’illuminazione pubblica. Eppure c’è la presenza della Chiesa Madre che è un edificio pubblico al quale l’accesso è
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Dopo la restaurazione borbonica è nel 1820 che nel meridione diventa corposo il sentimento di libertà politica con i primi ferventi per l’unificazione della nostra nazione. Dopo l’esperienza di Napoli , che aveva vissuto una fiammata di libertà, ora sono le popolazioni irpine pronte a scuotersi e a muovere in armi al primo segnale favorevole. Il Re Ferdinando I, temporeggiava nel prendere coscienza del volere del popolo , che richiedeva assolutamente una Costituzione democratica a tutela delle proprie libertà, e se da un lato la prometteva solennemente , dall’altro meditava un modo come ritornare al potere assoluto. L’occasione per compiere questo ennesimo atto criminale fu colto dal Re, nell'ottobre del 1820, quando allontandosi da Napoli,a Lubiana avanzò una formale richiesta di aiuto dell'esercito
Mons. Gaetano Maria Stiscia Vescovo di Nusco (1860-1870)
Figlio di Michele e Carmina Sorrentino era nato a Montecalvo nel 1808,pronipote del famoso Canonico Don Domenico Stiscia,ne aveva seguito la vocazione sacerdotale,divenendo in tal modo erede materiale e spirituale di quel suo illustre parente,che aveva partecipato attivamente alle vicende storiche,politiche e religiose a cavallo tra il 700 e l’800.
Avviato alla carriera ecclesiatica,compì i suoi studi nel Seminario di Nola, a quell’epoca risalgono alcuni sonetti e composizioni che avranno una partitura musicale, in felice continuità col famoso prozio,noto organista,compositore e scienziato(astronomo).
Ordinato Sacerdote nel 1831 dall’Arcivescovo di Benevento Giovan Battista Bussi,fu nominato Protonotario Apostolico da Papa Gregorio XVI il 15 Luglio 1834.
Nel 1842 fu nominato Canonico della Collegiata di Santa Maria Assunta di Montecalvo( a questo periodo risalgono alcuni componimenti poetici ed elegiaci ).